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Luce, Gas & efficienza

Un piano di ristrutturazioni per gli edifici residenziali, a partire da quelli meno performanti.

Stop agli incentivi per le caldaie alimentate solo a metano.

Più peso ai sistemi ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore, e all’elettrificazione.

Regole più stringenti per gli edifici nuovi e l’installazione di impianti solari.

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulle case green con 370 favorevoli, 199 contrari 46 astenuti.

Un piano di ristrutturazioni per gli edifici residenziali, a partire da quelli meno performanti. Stop agli incentivi per le caldaie alimentate solo a metano. Più peso ai sistemi ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore, e all’elettrificazione. E regole più stringenti per gli edifici nuovi e l’installazione di impianti solari.

Il Parlamento europeo ha approvato con 370 voti favorevoli, 199 contrari 46 astenuti la direttiva europea Case green (o, più tecnicamente, Energy performance of building directive, Epbd). Dopo un anno di trattative, la Plenaria ha chiuso il percorso del provvedimento, che ora dovrà ricevere l’approvazione formale del Consiglio e poi andrà in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore.

Nel 2050 zero emissioni

La novità più importante del testo riguarda le ristrutturazioni. Ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali: l’obiettivo è un taglio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

Entro il 2050 il parco residenziale dovrà essere a zero emissioni. I paesi potranno decidere su quali edifici concentrarsi. L’unico vincolo sarà garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni, quelli più energivori.

I bonus casa

Oltre che sulle ristrutturazioni, la direttiva avrà un forte impatto sui bonus casa.

Se, infatti, molti degli sconti attualmente in vigore scadranno alla fine del 2024, già nel 2025 troveremo tracce delle prescrizioni europee nel nostro sistema.

Il risultato più visibile sarà legato all’ecobonus e agli sconti per le caldaie.

Gli apparecchi che funzionano solo a metano, infatti, non saranno più incentivabili dal 2025.

Dal 2040 stop ai combustibili fossili

Uno spazio si potrebbe aprire per quelli in grado di funzionare con gas verdi (come il biometano o l’idrogeno verde): le linee guida della Commissione potrebbero ammetterli alle agevolazioni.

Tutto questo guarderà al target del 2040, quando le caldaie a metano dovranno essere totalmente eliminate.

Anche se la scadenza del 2040, nel testo che andrà al voto, non viene intesa come un termine stringente, ma più come un obiettivo verso il quale tendere, con qualche possibilità di ritardi.

Più spazio agli ibridi

Nessuno dubbio, invece, sugli apparecchi ibridi, come quelli che mettono insieme caldaie e pompe di calore, controllate da una centralina unica.

Saranno centrali per il nuovo sistema di agevolazioni.

Così come sarà decisiva l’elettrificazione dei riscaldamenti e l’utilizzo delle pompe di calore, che la direttiva cita in più passaggi.

Ad esempio, questa tecnologia sarà fondamentale per consentire l’impiego di energie rinnovabili nei nuovi edifici a zero emissioni.

Torna lo sconto in fattura

Nel finanziamento delle ristrutturazioni, poi, aumenta il peso delle ristrutturazioni profonde: le risorse dei paesi membri dovranno essere destinate, in via prioritaria, a interventi che garantiscano una soglia minima di risparmi.

Non solo. Se la direttiva ammette tra le forme di sostegno quelle che garantiscono la riduzione delle tasse (come le detrazioni e i crediti fiscali, già abbondantemente usati in Italia), nella Epbd vengono citate anche le forme di sostegno che consentono risparmi direttamente nelle fatture dei cittadini.

Come, per l’appunto, lo sconto in fattura, ormai praticamente estinto nel nostro paese.

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